eVisioni 2024: l’umanità femminile nelle istituzioni totali

“VIVA” di Alessandra Ardito e Mariana Turturo

Docufilm di Alessandra Ardito e Mariana Turturo.

Con la partecipazione delle due registe. Nella città di Trani le mura di un vecchio convento nel tempo sono diventate mura di una casa di reclusione femminile, sorvegliata giorno e notte. L’ironia e la solidarietà sono le uniche chiavi di sopravvivenza per le protagoniste che, ogni giorno, sognano di tornare a guardare il mare al di là di quelle mura. La luminosa cittadina pugliese, diventata ormai location consueta dell’immaginario cinematografico italiano, fa da contrasto ai miseri e scalcinati interni tipici degli istituti penitenziari italiani, segno materiale dell’abbandono definitivo di quell’utopia architettonica che aveva caratterizzato i primi decenni del carcere disciplinare della seconda modernità, quando il dispositivo panottico celebrava il suo illusorio trionfo sui barbarici supplizi corporali ancora presenti in Europa nella prima del Settecento. Da tempo siamo tornati a contenitori di umanità sofferente, VIVA solo per la sua insopprimibile resilienza. Il cortometraggio è stato realizzato nell’ambito del progetto “Liberi in Carcere 2020-21” della Asl BT, affidato alla Fondazione E.P.A.S.S.S. dopo aver organizzato numerosi incontri con alcune donne detenute della Casa di Reclusione femminile di Trani. Il progetto è stato supervisionato da un’équipe di psicologi psicoterapeuti e medici psichiatri ed è stato presentato e premiato in numerosi festival di cortometraggi nazionali e internazionali.